Porta a porta.
La giornalista in collegamento da Udine ieri sera commenta con stupore che non ci sono udinesi assembrati sotto le porte della clinica La Quiete. Eppure la città è piena di telecamere...
Mia cara giornalista non c'è nulla di che meravigliarsi. Forse gli udinesi come tanti altri cittadini italiani hanno deciso di tenere un rispettoso atteggiamento di silenzio attorno ad una vicenda che ha tutto dell'"evento mediatico" e nulla di privato come invece dovrebbe essere. Il caso Eluana Englaro lo state strumentalizzando voi!
Le parole del professor De Monte invitano alla riflessione: "Sono profondamente devastato come uomo, come padre, come medico e come cittadino... Io penso che tutta la società civile dovrebbe fare un grosso ripensamento su questa tematica e soprattutto sullo scollamento che su questo problema esiste tra il sentire sociale e la posizione della politica e della Chiesa".
Ognuno ascolti la sua coscienza e rifletta.
Ma non solo su questo caso.
Il problema è più vasto.
Perché se come dice il vescovo di Udine, mons. Brollo, bisogna tutelare una persona vivente allora dobbiamo ridiscutere anche sull'aborto. E dare una definizione precisa di che cos'è la vita. E legiferare sul testamento biologico.
Commenti:
04 Febbraio 2009 - 11:38
La giornalista in collegamento da Udine ieri sera commenta con stupore che non ci sono udinesi assembrati sotto le porte della clinica La Quiete. Eppure la città è piena di telecamere...
Mia cara giornalista non c'è nulla di che meravigliarsi. Forse gli udinesi come tanti altri cittadini italiani hanno deciso di tenere un rispettoso atteggiamento di silenzio attorno ad una vicenda che ha tutto dell'"evento mediatico" e nulla di privato come invece dovrebbe essere. Il caso Eluana Englaro lo state strumentalizzando voi!
Le parole del professor De Monte invitano alla riflessione: "Sono profondamente devastato come uomo, come padre, come medico e come cittadino... Io penso che tutta la società civile dovrebbe fare un grosso ripensamento su questa tematica e soprattutto sullo scollamento che su questo problema esiste tra il sentire sociale e la posizione della politica e della Chiesa".
Ognuno ascolti la sua coscienza e rifletta.
Ma non solo su questo caso.
Il problema è più vasto.
Perché se come dice il vescovo di Udine, mons. Brollo, bisogna tutelare una persona vivente allora dobbiamo ridiscutere anche sull'aborto. E dare una definizione precisa di che cos'è la vita. E legiferare sul testamento biologico.
Commenti:
04 Febbraio 2009 - 11:38
Ho pensato spesso a te sentendo le notizie
su Eluana, sull'aria che si respira ad Udine....è un dramma, comunque la
si veda. Però devo dirti che mi mette ansia il fatto che la lascino lì a
morire di sete e fame, anche se dicono che non sente nulla. Alla fin
fine lo sanno solo Dio ed Eluana come ci si sente davvero. Un abbraccio,
Elisa ...TVB e mi mancano le nostre chiacchierate ma devo finire le
correzioni della tesi...a prestissimo!!!!!
04 Febbraio 2009 - 12:14
ci indigniamo quando si abbandonano le
bestie! ci adiriamo quando un albero viene abbattuto, e quando lasciano
morire di fame e di sete un essere umano è tutto normale? se proprio
vuole ammazzarla, perché non la fa macellare all'estero con una dose
massiccia di pentotal almeno non soffre, al posto di procurarle una
lunga agonia di 15 20 giorni.Faccio una domanda: vi è mai capitato in
sogno di parlare e non essere sentiti? chi ci assicura che lei risponda
siamo noi che non la sentiamo. un esempio con gli extraterrestri: non
esistono perché non riusciamo a comunicare con loro, pero' non pensiamo
che magari loro per comunicare usano strumenti diversi da quelli oggi
conosciuti. potrebbe essere il caso di Luana :che sia viva è sicuro
tanto è che svolge tutte le sue funzioni vitali, mestruazioni comprese.
lei comunica con noi ma noi non percepiamo oggi con gli strumenti che
abbiamo. un sordo 100 anni fa restava sordo, oggi esistono le protesi e
può sentire ecco noi siamo i sordi in attesa di protesi, e perché noi
siamo sordi (e ciechi) un essere umano deve essere giustiziato ( non a
caso la chiamano esecuzione la sentenza emessa dalla corte.) penso che
il buon Dio si ricorderà di queste persone un giorno quando compariranno
davanti a Lui. Mi dispiace di una cosa che nessun prete potrà mai
rimettere un peccato così grave. loro sanno quello che stanno facendo e
ne saranno responsabili soprattutto davanti a Dio. Giacomo
04 Febbraio 2009 - 12:30
Lasciamo ai preti i loro peccati che ne
hanno abbastanza da scontare e pensiamo a questo. Non si sta discutendo
di "condannare a morte" una persona, ma di rispettare la sua volontà
espressa in vita e cioè di non continuare una "vita" in queste
condizioni - sempre che si possa chiamare vita perché sull'argomento non
ne sappiamo un granché. Perché dobbiamo obbligarla a vegetare se non è
questo che voleva?
Tempo fa parlavo con alcuni amici medici a proposito delle
sofferenze dei malati di SLA, sclerosi laterale amniotrofica. Malattia
tremenda. Ebbene, loro sono i primi a dire che vogliono il testamento
biologico e che nel caso non vorrebbero cure, proprio perché assistono
giorno dopo giorno al calvario di queste persone.
05 Febbraio 2009 - 19:45
Ciascuno è libero di manifestare il proprio pensiero, secondo coscienza e credenza.
Ma non deve essere libero di imporlo a chi abbia manifestato diverse intenzioni, e quindi sì al testamento biologico.
Chi dice che nessuno ha il diritto di lasciarla morire non si
domanda quale diritto abbia lui di imporre, invece, la tortura
quotidiana a questo povero essere? E se è convinto che possa soffrire,
allora per quanti anni ancora vuole imporre sofferenze alla ragazza? Fedifrago
10 Febbraio 2009 - 01:31
C'era una sentenza della Cassazione, in
mancanza di una normativa definita, che ci toglieva d'impaccio.
Purtroppo questo è il paese dove le sentenze passate in giudicato si
ridiscutono ad libitum mediante decreti d'urgenza retroattivi.
Se poi qualcuno vuol sapere la mia opinione, posto che interessi, io
mi chiedo perché si debba contrastare ogni forma di intervento
innaturale sull'origine della vita (anticoncezionali, aborto,
fecondazione assistita), e invece bisogni sostenere a tutti i costi un
intervento innaturale sulla morte. Senza le odierne tecnologie, Eluana
Englaro e tutti i degenti in stato vegetativo irreversibile sarebbero
stati morti e stramorti da tempo, perché di fatto la natura quello
vorrebbe. Diciassette anni immobili in un letto può essere considerata o
meno vita, ma di certo non è una cosa naturale, se per natura si
intende quel che vuole Dio. Io PER ME sono contrario all'aborto, alla
fecondazione assistita, ma non per gli altri. E forse, fossi un
familiare di una persona in quelle condizioni, forse sarei a favore
della prosecuzione innaturale di quella vita. PER ME. Ma non posso
imporlo a chi non lo è.
Comunque via, è morta, ora non se ne parlerà più per 5-6 anni. Ora,
secondo i miei calcoli, dovrebbero tornare di moda i pitbull (visto che
gli stupratori rumeni già stanno finendo il proprio ciclo). reoconfesso
10 Febbraio 2009 - 14:05
@reoconfesso
Io sono credente e in quanto tale so perfettamente che Dio ci ha lasciato il "libero arbitrio" ovvero la facoltà di scelta. Qualunque essa sia. Se Lui, che ci ha creato, rispetta le nostre scelte perché non possiamo farlo noi verso gli altri? Qui si continua a distogliere l'attenzione (sciacallaggio politico l'hanno chiamato) dalla vera questione: è un mio diritto chiedere la sospensione delle cure se non voglio più vivere in queste condizioni? Io da cittadina dico di sì soprattutto in funzione del fatto che se si è data l'opportunità alle donne di decidere sulla vita di un bambino - vedi aborto - perché non dare al cittadino l'opportunità di decidere come vivere o morire?
Io sono credente e in quanto tale so perfettamente che Dio ci ha lasciato il "libero arbitrio" ovvero la facoltà di scelta. Qualunque essa sia. Se Lui, che ci ha creato, rispetta le nostre scelte perché non possiamo farlo noi verso gli altri? Qui si continua a distogliere l'attenzione (sciacallaggio politico l'hanno chiamato) dalla vera questione: è un mio diritto chiedere la sospensione delle cure se non voglio più vivere in queste condizioni? Io da cittadina dico di sì soprattutto in funzione del fatto che se si è data l'opportunità alle donne di decidere sulla vita di un bambino - vedi aborto - perché non dare al cittadino l'opportunità di decidere come vivere o morire?
10 Febbraio 2009 - 14:32
Saperla morta è un sollievo; penso a quei
poveri genitori e al dispiacere di questi diciassette anni. Preghiamo
per lei e per loro. Teresa (CO)